Giacomo Casanova: analisi Memorie scritte da lui medesimo.

giacomo casanova ritratto
ritratto di Giacomo Casanova
 
C’è un che di magico in Giacomo Casanova. Non tanto per il prodigio delle sue conquiste amorose, quanto piuttosto per il colorito contorno a dette avventure. Tutti gli intrighi, gli inganni, gli ostacoli, le fatiche, le imprudenze pagate care e la bell’Italia del ‘700. 
 
"Ma chi è Casanova? Cos’è? Un aggettivo, come "sadico" per de Sade, da destinare a chi sa destreggiarsi nell’arte della seduzione!"

Sbagliato. Giacomo Casanova è un uomo, un italiano, con un grande vissuto e sorprendente capacità di analisi sul mondo, la società e la vita. Ho iniziato a leggere Historie de ma vie, la sua autobiografia pubblicata postuma del 1825, per semplice curiosità. Poi, con genuino interesse. Infine, ho deciso di parlarne, qui e ora, perché questo racconto dell’Italia del ‘700 è fin troppo illuminante per essere lasciato all’oblio.

Lettore del XXI secolo, ti presento Giacomo Casanova! E perché l’uomo dietro le conquiste vale tanto quanto, se non di più, il mito del seduttore.

 

ritratto casanova 

Casanova, di profilo

 

Giacomo Casanova è nato a Venezia il 2 aprile 1725. Figlio di attori, ricevette un’educazione colta e variegata, studiando diritto all’Università di Padova. Era noto per la sua intelligenza brillante, il fascino personale e lo spirito avventuroso. Dopo aver esercitato diverse professioni – avvocato, sacerdote, violinista, militare – divenne famoso in tutta Europa come seduttore e viaggiatore instancabile.

Casanova frequentò le corti europee, stringendo rapporti con personaggi influenti come Voltaire, Caterina II di Russia e il papa. Fu coinvolto in scandali, duelli e complotti, e nel 1755 fu arrestato a Venezia per “offese alla religione e alla morale”. Fuggì però dai Piombi, la famigerata prigione veneziana, con un’evasione spettacolare.

Nei decenni successivi visse tra Parigi, Londra, Vienna e Berlino, mantenendosi come spia, diplomatico, scrittore e persino bibliotecario. Morì in Boemia nel 1798. È rimasto nell’immaginario collettivo come simbolo del libertinismo e dell’avventura.


AI Casanova 

ritratto AI di Casanova

 
L’Italia del 700, si diceva. L’Italia in cui si muove Casanova è quella dei molteplici Stati della Chiesa. Della Repubblica di Venezia. Di ebrei usurai e frati mascalzoni, di sbirri corrotti e gentildonne frivole, di donne sposate e di sagge maestre di vita. In effetti, e senza troppa sorpresa, le donne ricoprono un ruolo fondamentale nell'autobiografia di Giacomo. Le donne lo hanno fatto crescere, lo hanno letto e capito come nessun altro, lo hanno amato e l'hanno anche tradito. Nondimeno, Casanova le tratteggia nel suo racconto come nessun altro personaggio: grande importanza viene data a ciascuna di esse, mista a genuino rispetto e sincera fascinazione.
 
Casanova amava le donne, Casanova era amato dalle donne. Casanova capiva le donne. Casanova rispettava le donne. Perché Giacomo era un gentiluomo prima di tutto, e forse è proprio questo il primo e principale punto che il genere maschile del 2025 dovrebbe portare a casa da questo libro. Il rispetto per le donne.

Oltre a ciò, la Historie è un romanzo d’avventura, pieno di colpi di scena, trovate geniali, vendette diaboliche e fughe mirabolanti da situazioni difficili. Si rispetta di Casanova anche questo: il suo ingegno (talvolta machiavellico) nell’affrontare le sfide della vita. E la forza di rialzarsi, sempre, anche quando non si ha più neanche un soldo in tasca.
 
Sapevate che nell’Italia del ‘700 già esistevano i preservativi? E che uomini e donne erano tanto libertini quanto oggi (seppur con maggiore riservo)? Tante piccole curiosità dell’Italia del ‘700 sono contenute in questo libro che, viene da sé, consiglio vivamente.
 
Vi troverete in un mondo parallelo, dove i giovani istruiti già a 15 anni frequentavano i ricchi salotti e citavano a memoria Orazio o stralci dell’Orlando Furioso, i preti erano molto meno celibi e onesti rispetto a oggi (anche se questo è opinabile) e il lume di candela sul comodino illuminava una vita diversa, più lenta, ma certamente più vissuta.

Gianmaria Simone

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