Building bridges: Aurora Redville, tra scrittura e divulgazione letteraria

Aurora e Ohm 
Aurora Redville con Ohm, 2025

Voglio che sia chiaro. Costruire ponti non vuol dire solo creare partnership. Vuol dire realizzare un contatto, duraturo e saldo da entrambe le parti, tra persone che desiderano restare connesse. Oggi, nel mondo dell’arte, costruire ponti che hanno la sincerità nelle fondamenta è quanto di più auspicabile.

Oggi voglio portarvi nel mondo che mi ha lanciato: il mondo dei bookinfluencers. Si tratta di lettori accaniti, mossi da un genuino amore per le storie scritte, che recensiscono titoli di spicco, organizzano challenge, si confrontano su temi caldi della letteratura in dirette e videocollab. Sono proprio i bookinfluencers che hanno fatto conoscere i miei libri al grande pubblico e, anche se il fenomeno è un po’ calato (complice l’avvento TikTok e dei booktokers), resto grato a questi abitanti di Instagram e alla loro passione per i libri degli esordienti, come lo ero io un tempo.

Aurora Redville è una di questi bookinfluencers. Aurora ha letto e recensito molti dei miei libri, Anna (2018), La città celata (2020), e oggi scrive lei stessa con grande successo di pubblico e una fanbase molto attiva. 

Dopo averla incontrata dal vivo per la prima volta a SalTo2025 ho deciso di dedicare un pezzo a lei, sia perché trovo la sua transizione da lettrice a scrittrice affascinante, sia per restituire qualcosa di quanto mi è stato dato. Costruire ponti vuol dire anche questo, in fondo: gettare le fondamenta, da una parte e dall’altra, per un legame duraturo. E onesto, non dimentichiamolo. Non starei a parlare di qualcuno che non apprezzo con sincerità, no? 

 

Aurora Redville
Aurora Redville, 2025


Grazie di essere qui, Aurora. Presentati ai nostri lettori. 

Mi chiamo Aurora e sono un’autrice che ha trovato il coraggio di cambiare la propria vita per realizzare un sogno: scrivere. La mia formazione è da architetto, ma in realtà mi definisco un’artista. Sono cresciuta in un ambiente dove arte e musica erano parte della quotidianità [...]. La passione per la scrittura è nata molto presto, avevo otto anni quando mia madre mi regalò un diario segreto. In quelle pagine ho cominciato a raccogliere i miei pensieri e i miei sogni. Era il mio rifugio, il mio spazio sicuro [...]. Scrivere è diventata la parte centrale della mia vita dopo un evento molto doloroso, qualcosa che mi ha segnata profondamente. I miei figli erano ancora piccoli, e in quel momento difficile ho sentito il bisogno di rialzarmi, di lasciare una traccia di me per loro, e per chi mi vuole bene. Scrivo per offrire un momento di conforto, magari a chi legge la sera prima di dormire. Per me la scrittura è una terapia, una forma di meditazione. Noi scrittori trascorriamo tanto tempo in solitudine, ed è lì che impariamo a conoscerci davvero, a scoprire parti di noi che ignoravamo. Amo la vita. Credo che vada vissuta ogni giorno come se fosse un nuovo, meraviglioso inizio - anche quando non va come ci aspettavamo.

Parlaci della tua serie di libri, l’Effetto Grant.

“L’effetto Grant” è una trilogia che ha preso forma nella mia mente in modo chiaro, anche se con lentezza. Ricordo che spesso ci pensavo mentre cucinavo il risotto - in quel periodo ne ho bruciati parecchi! [ride] Ma nella mia testa i personaggi c’erano già, ben definiti. La protagonista femminile si chiama Aurora, come me. Non è un caso: è un gioco di specchi, certo, ma anche un modo per raccontare parti di me, del mio passato, con sincerità. Il personaggio maschile, invece, prende ispirazione da due figure molto importanti della mia vita, che ormai appartengono anch’esse al passato. Ho scelto di scrivere in modo spontaneo, senza forzature, affrontando tematiche che mi stanno a cuore: l’educazione emotiva, empatica, sentimentale e sessuale. Essendo mamma, sentivo fortemente il bisogno di lanciare un messaggio anche ai più giovani: “Non abbiate mai paura di sbagliare, di amare, di essere voi stessi.” Viviamo in un’epoca in cui i sentimenti spesso si nascondono dietro a una barriera invisibile fatta di schermi e notifiche. L’interazione umana è sempre più rarefatta, e credo che la letteratura -come la famiglia- abbia un ruolo fondamentale nel rieducare al contatto autentico [...]. La protagonista della trilogia, Aurora, è così: affamata di vita. Dovrà scegliere chi amare veramente e, soprattutto, quale città chiamare casa. Ma questo lo scoprirete solo alla fine del terzo volume [...]. Per scrivere il primo libro ho impiegato circa un anno. È stato un processo lungo, a tratti faticoso, ma molto intimo. Volevo che il lettore si sentisse parte della storia, che potesse vivere tutto attraverso lo sguardo di Aurora, viaggiando nei luoghi a lei cari, e magari sentisse il desiderio di visitarli davvero. Il secondo volume era già pronto da un po’, mentre il terzo l’ho iniziato, lasciato lì, e poi ripreso con molta riflessione. Poi è arrivata l’emozione più grande: la pubblicazione in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino, dove ho partecipato per la prima volta come autrice. Un’esperienza intensa, viva, che ha dato un senso profondo a tutto il cammino fatto fin qui.

 

Aurora scrittrice, 2025

Con 25k followers su Instagram e una pagina perennemente trafficata possiamo considerarti una
bookinfluencer, Aurora. Ci parli delle recensioni e di come hai costruito il tuo seguito?

Questa è una domanda importante per me, perché racchiude un grande cambiamento personale. Non ero affatto una persona “social”, anzi… ero piuttosto riservata. Quando nel 2018 ho pubblicato il primo volume de L’effetto Grant, su consiglio dell’editore, ho capito che dovevo iniziare a farmi conoscere. Oggi lo ringrazio sinceramente, perché senza quel suo incoraggiamento forse non avrei mai intrapreso questo percorso. All’inizio mi sembrava naturale proteggere la mia identità, così ho scelto di usare uno pseudonimo: Aurora Redville. Era la scelta giusta, sentivo il bisogno di creare uno spazio tutto mio, protetto, dove potermi esprimere in libertà [...]. Così, in modo spontaneo, ho iniziato a interagire con altri autori conosciuti proprio tramite i social. Alcuni di loro hanno letto i miei contenuti, mi hanno scritto, e da lì sono nate delle bellissime collaborazioni. Ho iniziato a scrivere recensioni per loro, perché amo davvero condividere le esperienze e le parole degli altri. Credo che quando si crea una sinergia autentica, si costruisce qualcosa di prezioso. Il mondo editoriale può essere davvero complesso, e trovare il proprio spazio è difficile. Ma ho capito che la condivisione, fatta con cuore e sincerità, può fare la differenza [...]. Ho iniziato a scrivere due rubriche: una dedicata alle recensioni settimanali e l’altra ai racconti di altri autori. Per me era -ed è ancora- un modo per dare voce a chi scrive, per sostenere, per fare rete. Di miei racconti ne ho pubblicati pochi, ma se si va andate a cercare sul magazine ci sono insieme a quelli degli altri autori. Poi, quando ho deciso di concentrarmi sulla scrittura dei miei romanzi, ho rallentato un po’ con le collaborazioni. Scrivere richiede tempo, silenzio, ascolto interiore [...]. Alcuni mi scrivono in privato per chiedermi contenuti più personali, curiosità sul posto in cui vivo, momenti della mia quotidianità. E sì, voglio farlo. Voglio continuare a condividere non solo ciò che scrivo, ma anche ciò che vivo. Perché penso che, alla fine, è proprio questo che ci lega: le storie, le vere connessioni.

Ho visto che collabori con S&H Magazine: come è iniziata questa collaborazione e qual è il tuo contributo?

Beh, la collaborazione è nata in modo molto naturale. Conoscevo già l’editore, e quando ha visto con quanta passione e impegno mi dedicavo a dare voce ad altri autori, mi ha proposto di curare una rubrica tutta mia. È stato un grande onore per me, davvero. Non avrei mai immaginato che potesse arrivare un’opportunità del genere, e invece è successo nel momento giusto, come spesso accade quando segui ciò che ami. Nel tempo, devo ammettere che ho portato avanti la rubrica un po’ a singhiozzo [...]. Ma la nostra collaborazione non si è mai interrotta davvero. È rimasta viva, come un filo che ci tiene collegati. E ora che sto attraversando un periodo più sereno, con ritmi più equilibrati, sono pronta a tornare a pubblicare nuove recensioni, con entusiasmo rinnovato. Ho già in mente alcuni titoli e autori da raccontare, e non vedo l’ora di farlo anche per sostenere gli editori con cui collaboriamo. Perché credo ancora, profondamente, che condividere sia uno dei modi più belli per far crescere questo mondo meraviglioso che è la scrittura.

 

Aurora, nel relax
Aurora nel relax, 2025

Raccontaci dei tuoi progetti futuri. Non solo in ambito letterario, anche per la pagina e per le
collaborazioni che hai in mente.

Come avrai capito, sono una persona che elabora velocemente… La mia mente è sempre in fermento, piena di idee e progetti in continuo movimento. Ho sicuramente l’obiettivo di far crescere la mia pagina Instagram, di accogliere nuovi lettori, creare connessioni autentiche e favorire la condivisione. Per me i social sono uno spazio dove si può costruire qualcosa di vero, se si parte dal cuore. Dal punto di vista della scrittura, l’autunno porterà con sé una nuova pubblicazione: un Dark Romance Soft a cui ho lavorato con grande entusiasmo. E poi un nuovo progetto che nasce da una collaborazione speciale con un’autrice che ho conosciuto proprio al Salone del Libro. Dire che la considero come una sorella sarebbe riduttivo: è stato un incontro di anime affini, quelle connessioni rare che la vita ti regala quando meno te lo aspetti. Insieme abbiamo inaugurato una rubrica molto speciale: “Scrivi, leggi e ama” ogni martedì sera alle 21:15 [...]. In questi giorni, sto anche ultimando la scrittura del Prequel de L’effetto Grant. Era un progetto che avevo in mente da un po’ e finalmente è arrivato il momento giusto per dargli forma. È emozionante tornare alle origini dei personaggi, scavare più a fondo nelle radici della loro storia. E poi... vorrei riprendere in mano anche la matita. La fotografia e la pittura sono due grandi passioni che fanno parte di me da sempre [...]. Come diceva Confucio: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita.” Per me è davvero così. Scrivere, creare, condividere... non è un lavoro nel senso classico del termine, è il mio modo di vivere pienamente.

Grazie, Aurora.

Voi seguite bookinfluencers? Vi lasciate consigliare libri? Vi leggo con piacere nei commenti del magazine e sulla pagina Instagram. Alla prossima!

Gianmaria Simone 

Aurora al naturale
Semplicemente Aurora, 2025

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Commenti

  1. Grazie per avermi dato questa bellissima opportunità di raccontarmi. Un abbraccio Aurora

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