Arte, decadentismo, eroguro: i manga di Suehiro Maruo - Art, decadence, eroguro: the manga of Suehiro Maruo

da "Il Bruco – Nuova Edizione" edito dalla Coconino Press


Chi è il più grande nemico dell'arte?

Abbiamo alcuni sospettati, come il "quello potevo farlo anch'io" così presente nelle raffinate discussioni dei salotti online a tema arte contemporanea. Un altro è il "questa non è arte" di solito accompagnato da un'espressione schifata.

Partendo dal presupposto che ogni opera d'arte che suscita una reazione è di per sé arte, nulla di male vi sarebbe in commenti critici sull'arte in questione. Il problema nasce quando alla critica si accompagna un giudizio perentorio come "questa non è arte" poiché manca di approfondimento, manca di analisi della psiche e degli intenti dell'artista e soprattutto manca d'intelligenza. L'intelligenza non dà mai giudizi affrettati, l'intelligenza scava, valuta e comprende per definizione.

 

Cover del secondo volume di "Il vampiro che ride"
 

L'arte di Suehiro Maruo subisce spesso entrambe queste critiche superficiali. Artista e mangaka giapponese nato nel 1956, esponente di spicco del genere “ero guro” (erotic grotesque), Maruo è stato per troppo tempo, anzi è tutt'ora, relegato al ruolo di fumettista di exploitation, mangaka dello shock, imbrattatavole dell'orrore scomodo. Meno prolifico e meno famoso del cugino Ito, i suoi lavori non sono internet friendly e non sono di immediata comprensione. Per questo occorre intelletto approcciandosi a Suehiro Maruo. Di nuovo, l'intelletto apre la strada alla comprensione.

Ora, non sono un apologista di Suehiro Maruo, sono il primo ad ammettere che i suoi manga peccano di infiniti difetti, specie per quanto riguarda la costruzione dell'intreccio nelle sue storie, ma non posso evitare un'orticaria pervasiva ogni volta che vedo su YouTube qualche sedicente critico che spara a zero con video dai titoli acchiappalike quali "Il più terribile mangaka esistente" o "La disgustosa arte di Suehiro Maruo".

Lo detesto. Detesto la saccenza e per questo, oggi, voglio presentarvi Suehiro Maruo a modo mio. Voglio raccontarlo opera per opera, sperando di far luce sulla raffinata ricerca artistica dietro le tavole dello scandalo.

 

Cover di "Midori. La ragazza delle camelie"

 

una tavola di "Tomino la Dannata"
 

"Midori. La ragazza delle camelie" (Shōjo Tsubaki) 

Probabilmente la sua opera più famosa. Racconta la storia tragica di una ragazzina venduta a un circo di freaks. È una discesa nell’inferno del degrado umano, illustrata con incredibile maestria. Tante le influenze, prima in assoluto quella di Freaks di Tod Browning (1932), e un'estetica deliziosamente ispirata al Giappone Taishō e Shōwa (anni ’20–’40). Vedremo come lo stile di questo ventennio fa da fondale a moltissime delle sue opere. Inoltre, riscontriamo qui altri due segni di stile tipici: un forte senso teatrale, quasi da kabuki, nei dialoghi e nelle espressioni, e la passione per la rappresentazione delle deformità fisiche. Iconico il design del freak colpito da lebbra.

"Tomino la Dannata" (Tomino no Jigoku)

Una delle sue opere più recenti e complesse, con forti richiami alla letteratura decadente giapponese. Segue le vicende tragiche di due gemelli in un Giappone immaginario e decadente. Una storia di vendetta, contro un padre mai conosciuto davvero eppure sempre odiato, ma non solo: è una storia sull'amore tra fratelli, sul legame che li tiene vicini anche a mille miglia di distanza, sul destino che ne guida ambizioni e sentimenti. Esteticamente è un capolavoro; torna il tema del circo e, purtroppo, della crudeltà infantile.

"La strana storia dell’isola Panorama" (Panorama-tō Kitan) 

Adattamento dell’omonimo racconto di Edogawa Ranpo, segue un uomo che finge la propria morte per impersonare un suo ricco sosia ed ex compagno di classe. Prendendo il posto di quest'uomo, il protagonista dilapida la fortuna di lui per creare un’isola utopica. Probabilmente l'opera più letteraria e accessibile di Maruo, è anche una delle più belle esteticamente. Le molte tavole prive di dialoghi, dedicate a farci immergere nell'atmosfera dell'isola, sono la culminazione di anni di esperienza come illustratore.

 

una tavola di "Il bruco"

"Il vampiro che ride" (Warau Kyūketsuki)

Una delle sue opere più celebri, narra la storia di un giovane vampiro e della ragazza che s'innamorerà di lui. Scene come quando lui le fa bere il suo sangue per trasformarla in vampira e salvarle la vita, mostrano come la componente erotica in Maruo possa assumere anche tratti romantici. Torna il tema dell'emarginazione sociale, ma in una chiave più positiva stavolta. Splendida citazione a L'incubo di Johann Heinrich Füssli (1781) nel secondo volume.

"L’inferno nelle bottiglie" (Binzume no Jigoku)

Un altro adattamento di un racconto di Edogawa Ranpo, narra la storia di due fratelli naufraghi su un’isola deserta, dove emergono desideri oscuri e proibiti. L’opera esplora la corruzione dell’innocenza e la discesa nella follia. Anche in questo caso, ritornano i temi dell'amore tra fratelli e dell'erotismo perverso, contro le convenzioni.

"Il bruco" ( Imo-mushi)

L'ennesimo adattamento di un racconto di Ranpo Edogawa, racconta della vita del tenente Sunaga, ridotto dopo la guerra a un tronco senza braccia né gambe, e della bella e giovane moglie Tokiko, costretta a prendersi cura di lui. Opera estremamente matura, racconta le difficoltà che un'invalidità di tali proporzioni può portare in un matrimonio, e come il sesso diventi l'unico linguaggio che la coppia riesce ancora a concepire.

 

Immagine New National Kid 
una tavola di "New National Kid"

"New National Kid" (Kokuritsu Shōnen)

Una reinterpretazione di un eroe giapponese degli anni ‘50, trasformato da Maruo in una figura ambigua e disturbante. L’opera mescola nostalgia e critica sociale, con un’estetica retrò.

"Paranoia Star" 

Un’antologia di racconti che esplorano la psiche umana, la follia e la perversione. Le storie presentano una varietà di personaggi e situazioni, tutte accomunate da un senso di inquietudine.

Proprio sulle antologie di racconti ci fermiamo, non solo poiché meno significative per l'opus dell'autore, ma anche perché nelle antologie vengono trattati i temi più controversi e rappresentate le scene più sadiche. Forse qui, effettivamente, Maruo cade nella trappola dell'exploitation, ma non è tutto da buttare. Anche in queste orrorifiche antologie di racconti, troviamo piccoli capolavori come la versione di Maruo di Il gabinetto del dottor Caligari (1920) nella raccolta Rose Colored Monster. Ancora una volta, l'influenza del cinema espressionista e degli anni '20 è forte in questo autore.

 

Cover di "La strana storia dell’isola Panorama", edizione della Coconino Press

 
Questa lista non ha la pretesa di risultare esaustiva o soddisfacente in merito alle opere in questione, ma fornisce qualche spunto a voi lettori per approfondire in autonomia. Quello che ho cercato di evidenziare, è come Suehiro Maruo sia un'artista complesso, stratificato, da analizzare con intelligenza. I temi che tratta li ho citati (deformità fisiche e morali, erotismo perverso, crudeltà infantile, personaggi emarginati o psicopatici): non sono per tutti, ma sono sempre funzionali alla trama e mai viceversa. 
 
L'emarginazione della coppia di vampiri ne Il vampiro che ride e la componente erotica del vampirismo (peraltro insita nel genere letterario) sono essenziali alla favola romantica di Maruo come inevitabili vizi del genere. La deformità dei freaks in Midori riflette la loro corruzione morale, mentre la deformità del tenente ne Il bruco è trattata con rispetto, realismo e amara tristezza. Tomino, che ritengo una delle sue opere più compiute e riuscite, è una sorta di romanzo picaresco per metà, con tante avventure in luoghi diversi, e per l'altra metà un'epica, con i classici cliché delle origine rivelate, della vendetta e della forza dell'amore.
 
Per intenderci, il mondo di Maruo non è un mondo bello, o facile, o positivo. Si tratta di un mondo pieno di violenza, malvagità, crudeltà e tante altre brutture, ma c'è anche dell'altro e questo voglio che vi portiate a casa come lettori.
 
Se come me amate l'arte, le citazioni colte, l'estetica decadentista e le ambientazioni rétro, spesso ispirate agli anni ’20 e ’30, Maruo fa per voi, senza ombra di dubbio, e non lasciatevi dire il contrario. Gran parte del suo catalogo è disponibile in Italia nelle magnifiche edizioni della Coconino Press, che consiglio caldamente.
 
Per oggi è tutto. Con Maruo, sesso e orrore non sono mai stati tanto raffinati.
 
Gianmaria Simone

 

Fonti:

https://www.coconinopress.it/

https://it.wikipedia.org/

Seguici:

@officialschiele

@minimal.themagazine 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 Who is the greatest enemy of art?

We have a few suspects, such as the “I could have done that” so common in the refined discussions of online salons about contemporary art. Another is the “this is not art,” usually accompanied by a disgusted expression.

Starting from the premise that every work of art that provokes a reaction is, by definition, art, there would be nothing wrong with critical comments about the piece in question. The problem arises when criticism is coupled with a peremptory judgment like “this is not art,” because it lacks depth, lacks analysis of the artist’s psyche and intentions, and above all, lacks intelligence. Intelligence never makes hasty judgments; intelligence digs, evaluates, and understands by definition.

 

Cover of the second volume of The Laughing Vampire

The art of Suehiro Maruo often suffers from both of these shallow criticisms. A Japanese artist and mangaka born in 1956, a leading figure of the ero guro (erotic grotesque) genre, Maruo has for far too long—and still today—been relegated to the role of an exploitation cartoonist, a shock mangaka, a scribbler of uncomfortable horror. Less prolific and less famous than his cousin Ito, his works are not internet-friendly and are not immediately comprehensible. That is why one needs intellect when approaching Suehiro Maruo. Once again, intellect paves the way to understanding.

Now, I am not an apologist for Suehiro Maruo. I am the first to admit that his manga suffer from countless flaws, especially in terms of plot construction in his stories. But I cannot avoid a pervasive rash every time I see on YouTube some self-styled critic firing blindly with clickbait titles such as “The most terrible mangaka alive” or “The disgusting art of Suehiro Maruo.”

I hate it. I hate the smugness, and for that reason, today I want to present Suehiro Maruo in my own way. I want to recount his works one by one, hoping to shed light on the refined artistic research behind the scandalous pages.


A panel from Tomino the Damned

“Midori: The Camellia Girl” (Shōjo Tsubaki)

Probably his most famous work. It tells the tragic story of a young girl sold to a circus of freaks. A descent into the hell of human degradation, illustrated with incredible mastery. The influences are many, first and foremost Tod Browning’s Freaks (1932), with a delightful aesthetic inspired by Taishō and Shōwa era Japan (1920s–40s). We’ll see how the style of this period provides the backdrop for many of his works. Here, too, we find two other hallmarks of his style: a strong theatrical sense, almost kabuki-like, in the dialogue and expressions, and his passion for representing physical deformities. Iconic is the design of the leprosy-stricken freak.

“Tomino the Damned” (Tomino no Jigoku)

One of his most recent and complex works, with strong echoes of Japanese decadent literature. It follows the tragic fate of two twins in an imaginary, decaying Japan. A story of revenge against a father they never truly knew yet always hated, but also a story of sibling love, of the bond that keeps them close even miles apart, of destiny guiding their ambitions and feelings. Aesthetically, it is a masterpiece; the circus theme returns, as does, unfortunately, childhood cruelty.

“The Strange Tale of Panorama Island” (Panorama-tō Kitan)

An adaptation of the story by Edogawa Ranpo, it follows a man who fakes his own death to impersonate a wealthy classmate. Taking the man’s place, the protagonist squanders his fortune to build a utopian island. Probably Maruo’s most literary and accessible work, it is also one of the most beautiful aesthetically. The many wordless panels, devoted to immersing us in the island’s atmosphere, are the culmination of years of experience as an illustrator.

 

A panel from The Caterpillar

“The Laughing Vampire” (Warau Kyūketsuki)

One of his most famous works, it tells the story of a young vampire and the girl who falls in love with him. Scenes such as when he makes her drink his blood to transform her into a vampire and save her life show how the erotic component in Maruo’s work can also take on romantic traits. Once again, the theme of social marginalization emerges, though this time in a more positive light. Splendid is the quotation of Johann Heinrich Füssli’s The Nightmare (1781) in the second volume.

“Hell in a Bottle” (Binzume no Jigoku)

Another adaptation of a story by Edogawa Ranpo, it tells the story of two brothers shipwrecked on a deserted island, where dark and forbidden desires emerge. The work explores the corruption of innocence and the descent into madness. Again, the themes of sibling love and perverse eroticism resurface, in defiance of convention.

“The Caterpillar” (Imo-mushi)

Yet another Ranpo adaptation, it tells the story of Lieutenant Sunaga, reduced after the war to a torso without arms or legs, and his young, beautiful wife Tokiko, forced to care for him. An extremely mature work, it explores the difficulties that such a disability brings to a marriage, and how sex becomes the only language the couple can still conceive. 

Immagine New National Kid 

 A panel from New National Kid

“New National Kid” (Kokuritsu Shōnen)

A reinterpretation of a 1950s Japanese hero, transformed by Maruo into an ambiguous and disturbing figure. The work blends nostalgia with social critique, wrapped in a retro aesthetic.

“Paranoia Star”

An anthology of stories exploring the human psyche, madness, and perversion. The stories present a variety of characters and situations, all linked by an underlying sense of unease.

It is precisely with his story anthologies that we pause, not only because they are less significant to the author’s opus, but also because they contain his most controversial themes and most sadistic scenes. Perhaps here, indeed, Maruo falls into the trap of exploitation, but not everything should be dismissed. Even in these horrific anthologies, we find small masterpieces, such as Maruo’s version of The Cabinet of Dr. Caligari (1920) in the collection Rose Colored Monster. Once again, the influence of expressionist cinema and the 1920s is strong in this author.

 

Cover of The Strange Tale of Panorama Island, Coconino Press edition

This list does not pretend to be exhaustive or fully satisfactory with respect to these works, but it does offer readers some starting points to explore on their own. What I have tried to highlight is how Suehiro Maruo is a complex, layered artist, one to be analyzed with intelligence. The themes he addresses I have already mentioned (physical and moral deformities, perverse eroticism, childhood cruelty, marginalized or psychopathic characters): they are not for everyone, but they are always functional to the story, never the other way around.

The marginalization of the vampire couple in The Laughing Vampire and the erotic element of vampirism (inherent, after all, in the genre) are essential to Maruo’s romantic tale, as inevitable tropes of the genre. The deformities of the freaks in Midori reflect their moral corruption, while the deformity of the lieutenant in The Caterpillar is treated with respect, realism, and bitter sadness. Tomino, which I consider one of his most complete and successful works, is partly a picaresque novel, with many adventures in different settings, and partly an epic, with classic tropes of revealed origins, revenge, and the power of love.

To be clear: Maruo’s world is not a beautiful, easy, or positive one. It is a world full of violence, wickedness, cruelty, and many other horrors—but there is also more, and that is what I want you to take away as readers.

If, like me, you love art, cultured references, decadent aesthetics, and retro settings often inspired by the 1920s and ’30s, then Maruo is for you, without a shadow of a doubt. Don’t let anyone tell you otherwise. Much of his catalog is available in Italy thanks to the magnificent editions by Coconino Press, which I strongly recommend.

That’s all for today. With Maruo, sex and horror have never been so refined.

Gianmaria Simone

Sources:

https://www.coconinopress.it/

https://it.wikipedia.org/

Follow us:

@officialschiele

@minimal.themagazine 

Commenti

Post popolari in questo blog

The screwball genius of the art of Merrivius - La caotica arte di Merrivius

The beautiful, rich world of Jester Pepita - Il bellissimo, ricco mondo di Jester Pepita

Tim Burton, Risolutezza e Stop Motion: L'arte di Jasmine Aly Obregon